Questa
è una storia vera!.
Voglio raccontare quest’ennesima esperienza, ove ce ne fosse ancora bisogno, di
come oggi si vive una certa situazione.
Una piccola premessa è d’obbligo. Alla fine del 2009 un giovane di 27 anni fu licenziato dalla ditta dove lavorava (una grossa impresa edile), con l’accordo, che lo stesso avrebbe continuato a lavorare solo se fosse diventato un autonomo. Il neo disoccupato si "mosse" per chiedere quanto gli sarebbe “costata” questa soluzione voluta dall'ex datore di lavoro.
La sua nuova ipotesi di lavoro prevedeva di scindere le posizioni che così furono riassunte:
PARTE ERARIALE
Volume d’affari presunto 50.000,00 costi 10.000,00 (di cui circa 1.000,00 di interessi passivi) utile 40.000. Carico fiscale e para fiscale 21.877,00 reddito netto poco più di 18.000,00 euro. In pratica il 55% del reddito è destinato all’erario, socio di maggioranza.
IRPEF dell’anno 11.520,00
IRAP dell’anno 1.640,00 si paga il 4,2% anche sugli interessi passivi
Add Reg 1% 400,00
Altre addizionali 0,3 120.00
TOTALE carico fiscale 13.680.00
Carico parafiscale:
INPS artigiani quota fissa annua 2.866,00 è l’importo su un minimale di €. 14.344,00
INPS su differenza reddito 5.331,00 calcolato sulla differenza di 40.000-14.344 x 20%
TOTALE carico para fiscale 8.197,00
Totale carico fiscale 13.680,00
Totale carico ERARIALE 21.877,00
REDDITO COMPLESSIVO EURO 40.000,00 Reddito netto 18.123,00!!.
PARTE BUROCRATICA
Per non parlare della burocrazia per dare inizio all’attività che solo a titolo esemplificativo riassumo: inizio attività Agenzia Entrate, iscrizione CCIAA, Iscrizione albo artigiani, iscrizione inps; iscrizione Inail, Cassa edili …... Predisporre il Documento per la Protezione dei Dati, visite mediche, adeguamento dell’attività lavorativa alla L. 626. Una volta che poi è partito … richiesta del Durc, se poi deve compensare oltre 15.000,00 è obbligatoria l’asseverazione della dichiarazione iva da parte di professionista abilitato. Pagare ogni 16 del mese tramite web (per chi non ha possibilità di farlo da sé, deve rivolgersi necessariamente ad un intermediario) le varie imposte, tasse, contributi, balzelli vari.
Sottostare ai c.d. studi di settore per “verificare” se la sua dichiarazione dei redditi può essere ritenuta congrua in base a modelli matematici. E la ragioneria che prevedeva che l’utile è la differenza tra ricavi e costi?
Morale dopo questa introduzione fatta all’ipotetico futuro cliente (e ho sottaciuto una marea di altri adempimenti per non spaventarlo troppo) mi ha chiesto di lasciare perdere tutto…. prima o poi troverà una soluzione ai suoi problemi ma certamente non sara’ un autonomo.
PS.
Ho sottaciuto, perchè mi sono vergognato (!), di dire che avrebbe dovuto pagare entro lo stesso periodo, un acconto pari al 40% del 79% delle imposte pagate a giugno!!
Una piccola premessa è d’obbligo. Alla fine del 2009 un giovane di 27 anni fu licenziato dalla ditta dove lavorava (una grossa impresa edile), con l’accordo, che lo stesso avrebbe continuato a lavorare solo se fosse diventato un autonomo. Il neo disoccupato si "mosse" per chiedere quanto gli sarebbe “costata” questa soluzione voluta dall'ex datore di lavoro.
La sua nuova ipotesi di lavoro prevedeva di scindere le posizioni che così furono riassunte:
PARTE ERARIALE
Volume d’affari presunto 50.000,00 costi 10.000,00 (di cui circa 1.000,00 di interessi passivi) utile 40.000. Carico fiscale e para fiscale 21.877,00 reddito netto poco più di 18.000,00 euro. In pratica il 55% del reddito è destinato all’erario, socio di maggioranza.
IRPEF dell’anno 11.520,00
IRAP dell’anno 1.640,00 si paga il 4,2% anche sugli interessi passivi
Add Reg 1% 400,00
Altre addizionali 0,3 120.00
TOTALE carico fiscale 13.680.00
Carico parafiscale:
INPS artigiani quota fissa annua 2.866,00 è l’importo su un minimale di €. 14.344,00
INPS su differenza reddito 5.331,00 calcolato sulla differenza di 40.000-14.344 x 20%
TOTALE carico para fiscale 8.197,00
Totale carico fiscale 13.680,00
Totale carico ERARIALE 21.877,00
REDDITO COMPLESSIVO EURO 40.000,00 Reddito netto 18.123,00!!.
PARTE BUROCRATICA
Per non parlare della burocrazia per dare inizio all’attività che solo a titolo esemplificativo riassumo: inizio attività Agenzia Entrate, iscrizione CCIAA, Iscrizione albo artigiani, iscrizione inps; iscrizione Inail, Cassa edili …... Predisporre il Documento per la Protezione dei Dati, visite mediche, adeguamento dell’attività lavorativa alla L. 626. Una volta che poi è partito … richiesta del Durc, se poi deve compensare oltre 15.000,00 è obbligatoria l’asseverazione della dichiarazione iva da parte di professionista abilitato. Pagare ogni 16 del mese tramite web (per chi non ha possibilità di farlo da sé, deve rivolgersi necessariamente ad un intermediario) le varie imposte, tasse, contributi, balzelli vari.
Sottostare ai c.d. studi di settore per “verificare” se la sua dichiarazione dei redditi può essere ritenuta congrua in base a modelli matematici. E la ragioneria che prevedeva che l’utile è la differenza tra ricavi e costi?
Morale dopo questa introduzione fatta all’ipotetico futuro cliente (e ho sottaciuto una marea di altri adempimenti per non spaventarlo troppo) mi ha chiesto di lasciare perdere tutto…. prima o poi troverà una soluzione ai suoi problemi ma certamente non sara’ un autonomo.
PS.
Ho sottaciuto, perchè mi sono vergognato (!), di dire che avrebbe dovuto pagare entro lo stesso periodo, un acconto pari al 40% del 79% delle imposte pagate a giugno!!
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