Il
post di oggi riprende un mio vecchio cavallo di battaglia: E’ ancora possibile lavorare
in Italia?
Oggi,
16 dicembre 2013, come si può constatare dal prospetto(*), vi sono
77 adempimenti fiscali da osservare, poco meno di un terzo di tutti gli adempimenti
del mese di dicembre, da eseguire in un giorno che, sommati a tutti quelli
previsti per il mese in corso, ammontano complessivamente a 225!
Per
adempimenti s’intendono non solo i pagamenti di tutti i tipi d’imposte che la
mente sciagurata dei vari ministri ha stratificato nei decenni ma anche una
marea di comunicazioni, invii telematici da eseguire pena sanzioni da
strozzinaggio.
Nonostante
tutte le tirate d’orecchi che pervengono dalla CEE, il nostro “managment”,
imperterrito, continua a sfornare idiozie su idiozie. Non c’è, oramai, una
nazione al mondo più spiata e tartassata dell’Italia. Vogliono sapere tutto di
tutti (alla faccia della privacy. I comuni mortali, invece, sono costretti a
evoluzioni tipo mettere gli archivi sotto chiave, usare password complicatissime
e da cambiare periodicamente, moduli da firmare, burocrazia infinita, adempimenti
sempre più farneticanti, e se sbagli anche sanzioni di natura penale).
La
tragi-commedia è che, nonostante gli metti tutto in bocca, parlano ancora di
evasione! Delle due l’una: o i milioni di dati che hanno non sono capaci di
incrociarli o più verosimilmente l’evasione è il solito totem che è eretto per
distogliere l’attenzione, così si può continuare a tassare facendo ricadere
sugli evasori la colpa dei continui aumenti dei pagamenti di vecchi o
istituendi nuovi balzelli.
E
veniamo agli adempimenti. Chi è quell’imprenditore, italiano o estero che può
essere allettato a intraprendere impresa in Italia, sapendo che nella sola
giornata odierna deve assolvere a 77 disposizioni, che nell’arco dell’anno diventano
alcune migliaia? Per non parlare poi della burocrazia, altro cancro tipico
italiano che ha metastatizzato tutto il pubblico. Per aprire un’attività in
Slovenia, in Carinzia, a Mendrisio (in pratica a pochi chilometri dal confine italiano)
nell’arco di 48 ore si può dare inizio a qualsiasi attività, senza più rotture
e con una tassazione umana e sostenibile.
Provate
ad aprire in questo sgangherato paese un’impresa. Solo per scegliere il tipo
di società, quale forma di tassazione, quali implicazioni si hanno scegliendo
una piuttosto che un’altra c’è da farsi venire il mal di testa.
Vi
racconto solo l’ultima delle idiozie: un soggetto giovane e disoccupato, ha in
mente di avviare l’attività di barbiere (parliamo di barbiere non di un
cardio-chirurgo!), ebbene dovrà prima di tutto dimostrare di avere i titoli; se
è sfornito, deve fare un corso che guarda caso, è tenuto sempre dai soliti
noti); ai titoli si è aggiunta un'altra chicca: il nostro probabile barbiere
deve aver frequentato un corso di specializzazione per almeno un tot di ore! Messi
insieme, titoli e specializzazioni, potrà finalmente sperare di partire con il
tanto sospirato lavoro. Nulla di più falso.
Lo
sventurato, grazie alla semplificazione decantata dai tromboni, dovrà
predisporre una domanda al comune conosciuta come Scia che serve a consentire
lo svolgimento dei controlli successivi da parte degli uffici ed organi di
controllo a ciò preposti. La pratica deve tuttavia essere corredata delle
prescritte autocertificazioni circa il possesso dei requisiti soggettivi
(morali e professionali, quando richiesti per lo svolgimento di determinate
attività) e oggettivi (attinenti la conformità urbanistica, edilizia,
igienico-sanitaria, ambientale etc. dei locali e/o attrezzature aziendali) e
all’occorrenza, quando previsto, devono anche essere allegati elaborati
tecnici e planimetrici. Come fa a sapere il meschino se quel locale ha
tutti i requisiti oggettivi previsti? Chiedetelo alla mente eccelsa che ha
predisposto questo documento che doveva essere di “semplificazione”. Armato di
santa pazienza, necessariamente, dovrà rivolgersi a qualche professionista del
settore (Geometra? Commercialista?) affinché si accerti e si verifichi se quel
locale, da lui scelto, soddisfi tutto quanto contenuto nella legge agevolativa.
Altri soldi e tempo perso! Dimenticavo, siccome
l’Italia è “una” come ci spiega pomposamente la carta costituzionale ma
federalista nel rompere le scatole, ogni comune fa come gli pare; perciò a
distanza di pochi chilometri si avranno situazioni completamente diverse. Ogni Ente detta le proprie condizioni. Questa è solo la parte burocratica -
amministrativa. Poi si passa a quella fiscale - previdenziale. E’ consigliato
un professionista del settore, perché da questo momento si entra nel girone
infernale, che neppure il sommo poeta, nella sua opera magna, aveva concepito.
Si parte con il richiedere l’attribuzione del numero
della partita IVA con relativa richiesta d’iscrizione al Vies, (non si può mai
sapere: se decidesse di acquistare un rasoio all’estero tramite internet, per
poterlo fare, dovrà avere quest’ulteriore requisito) e ancora, iscrizione varie alla CCIAA, all’Albo
artigiani, all’INPS gestione separata, Dio lo stramaledica se decidesse di
farsi aiutare da un apprendista (!), INAIL, acquistare immediatamente le
ricevute fiscali ovvero comprare un registratore di cassa, in questo caso lo
dovrà naturalmente “fiscalizzare”.
Acquistare i registri iva (corrispettivi - acquisti), se poi decidesse di tenere
la contabilità ordinaria dovrà aggiungere libro giornale, inventari, schede di
mastro …e per finire prepararsi alle migliaia di adempimenti che li pioveranno
tra capo e collo quasi giornalmente. Quando poi troverà anche il tempo per
produrre reddito, una volta conseguitolo, dovrà pagare sullo stesso i due terzi
di: tasse dirette - indirette - registro - inps - inail - cciaa - imposte comunali,
consorzi - addizionali e chi più ne ha più ne metta.
Dopo tutto questo girovagare tra uffici
fiscali - amministrativi - professionisti - banche che non prestano i soldi- clienti che non pagano
alla fine, non ha la liquidità per sborsare le esosissime imposte. Scenderanno in campo i tribuni televisivi che lo additeranno quale losco
evasore che va punito esemplarmente, per aver contribuito a portare allo stato fallimentare
l’Italia. Il tragico è dietro l'angolo: EQUITALIA (non serve altro per qualificarla, tutti la conoscono, nessuno la vuole). Queste sono le disavventure che sicuramente accadranno in un’ipotesi
di inizio di attività di barbiere!
Sfido chiunque a trovare una nazione dove
l’oppressione fiscale è simile a quella italiana e quale pazzo furioso intenda
dar corso a una minima attività, figuriamoci se poi il matto è straniero.
(*)
Fonte del MEF
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