Nel mese di maggio scade il
termine per il deposito dei bilanci. Vi voglio raccontare “dal vivo” in quale nazione
sopravviviamo. In questi giorni ho dovuto certificare come revisore contabile,
diversi bilanci, comprensivi di tantissime stranezze, astrusità, difficoltà
interpretative. Non vi tedio con fatti tecnici - fiscali e giuridici, ma vorrei
avere la vostra attenzione su quanto sto per dirvi, che nulla a che fare con
bilanci e astrusità varie. Mi servono solo due
informazioni da darvi affinché possiate capire, quanto sto per svelarvi.
Una società ha conseguito un UTILE
di €. 484.128 Le Imposte
da pagare sono €. 429.219. L’utile effettivo di questa società è di €.
54.909,00!
Ai
puristi, ai virginei, agli ipocriti, ai sostenitori che affermano banalità del
tipo “che pagare le imposte è bello” faccio
questo domanda: chi di voi è disposto ad accettare questo tipo di tassazione? La
domanda è, ovviamente, retorica.
Questa
società pagherà circa il NOVANTA PER CENTO DEL REDDITO IN TASSE.
Il resto è il guadagno dei soci che, se decidono di incassarlo dovranno pagare
ancora le tasse su quanto prelevato!
Alla
beffa, poi, si aggiungono le proverbiali botte. I tromboni che felicemente
cinguettano negli studi televisivi che straparlano di tasse ed evasione
affermeranno che questa società, dichiara
solo €. 54.909,00 ma non dicono, o perché completamente ignoranti o perché in
mala fede, che questa società su un utile di mezzo milione di euro ne ha pagati
il 90% in tasse e i 54.000 euro sono la differenza tra l’utile e le tasse
pagate!
La
genialata di questa kafkiana situazione va tutta ascritta alla fertile mente leninista -
stalinista di un certo Vincenzo Visco. Incapace, come tutti i ministri
succedutosi dalla fine della guerra ai giorni nostri, di contrastare l’evasione
fiscale (quella vera) perpetrata dalle banche, dalle assicurazioni, dalle
società che fatturano centinaia di milioni di euro, cosa t’inventa? L’IRAP:
battezzata anche come imposta rapina. Qual è l’idea creativa? E’ quella di far
pagare le tasse anche sulle spese. Infatti siamo l’unico paese al mondo a
pagare la tangente sia sugli utili sia su determinati costi. Quali sono queste voci?
Indico solo due ritenuti i più
“urticanti” in assoluto.
Il primo è il costo dei
dipendenti. Avete letto bene i dipendenti. Questa ditta ha la “sfortuna” di dare
lavoro a 120 dipendenti che costano poco più di quattro milioni e mezzo di euro.
Altro costo sul quale pagare
l’Irap è quello riguardante gli interessi passivi. Nel nostro caso assommano a
euro 150.000,00. Il 4% di IRAP da pagare su questi due costi è di 190.000,00
euro!
Pensate un po’ che mente perversa
è l’ideatore di tale balzello. Più dipendenti lavorano, più tasse si pagano.
Ora ditemi quale imprenditore straniero ma anche il povero e malcapitato italiano,
oltre ai rischi commerciali insiti proprio per la natura stessa del concetto d'impresa, accetterà di intraprendere un’attività sapendo che dovrà pagare imposte
sull’ammontare degli interessi dovuti alle banche per essersi
fatto finanziare l’attività, e poiché le imprese di solito, assumono dipendenti, dovrà
pagare altre imposte sul così detto costo del lavoro.
Quale matto, secondo voi, viene a
investire in Italia, sapendo che per aver un’autorizzazione amministrativa o un
permesso o un semplice allacciamento alla rete elettrica deve contattare: un
notaio per costituirsi, un commercialista (o chi per lui) per farsi spiegare l'ingarbugliato mondo delle
tasse, pagarlo per farsi dire quanto deve pagare di imposte perchè NESSUNO in Italia è più in
grado di compilarsi una dichiarazione dei redditi da solo. Subito dopo bisogna “affrontare” il Moloch della burocrazia italiana. In ordine abbiamo: Comune, ASL, Vigili
del Fuoco, Inail, Inps, Camera di Commercio, Agenzia Entrate, Ispettorato de
lavoro, vigili urbani, guardia di Finanza, Dogane,
ognuno che dice la sua molto spesso in contraddizione tra di loro
. Nessuno che ti agevoli, tutti a
bastonarti e da petulanti questuanti chiedono soldi che servono per la loro stessa
sopravvivenza; se non paghi quanto e quando dicono lor signori, giù sanzioni,
interessi e infine EQUITALIA spa che ti bolla definitivamente: evasore.
Si confonde (volutamente?) con il termine evasore chi non paga imposte da lui stesso dichiarate, con chi le imposte non solo non le dichiara ma neanche le paga (il vero evasore).
A questo disordinato e sgangherato sistema
se ne aggiunge un altro: il monopolio dei servizi. Abbiamo il costo
dell’energia più alto del mondo, le strade più scassate d’Europa, il prezzo
dei carburanti alle stelle, un sistema ferroviario che ti chiama Cliente ma ti
fa viaggiare come animali al macello, bastano due fiocchi di neve e questo
paese va in tilt, non c’è concorrenza tra le banche costituendo di fatto, un oligopolio. Lo stesso discorso vale per le
assicurazioni, per la telefonia e via dicendo. Eppure ultimamente si parla solo
di evasori.
Il primo grande evasore, invece, è
lo stato italiano che coltiva e coccola nel suo capiente ventre i furbetti. Qual
è questa categoria che emerge dallo sterminato esercito di pubblici dipendenti?
Sono coloro, senza distinzione di sesso, età, religione, ma accomunati dallo
stesso fine, firmano il cartellino di entrata anche per altri colleghi, che, a
loro volta prima o poi ricambieranno lo stesso favore. Sono quelli che escono
durante le ore d’ufficio per accompagnare i figli a scuola o più semplicemente
andare al mercato per fare gli acquisti giornalieri dopo aver strisciato
rigorosamente il tesserino di entrata. Chi svolge un secondo o terzo lavoro rigorosamente
in nero. Chi è sempre cagionevole di salute e al primo starnuto ha bisogno di
cure mediche lunghe e particolari. Chi al primo test di gravidanza, essendo
positivo, si accorge subito di trovarsi nella condizione di una “gravidanza a
rischio” e tornerà al lavoro (?) dopo tre anni se tutto va bene. Chi incassa da
decenni pensioni come “falso invalido”. A questo esercito di “franceschielli”, si aggiunge lo stato italiano vero e proprio nella sua veste peggiore che è quella del:
DEBITORE.
Vi sono fornitori che sono falliti
o rischiano tale situazione perché lo stato non paga nei termini pattuiti. Se, poi, lo stesso fornitore-creditore di questo stato inefficiente,
non paga un’imposta è sanzionato con un importo che arriva anche al doppio di
quanto dovuto, e se non riesce a soddisfare l’ingordigia erariale entro certo
tempo (60 giorni massimo) sarà additato dai finti moralisti, dagli inetti, dai
mass media, da chi non capisce nulla, come EVASORE e come tale entrerà nelle
grinfie di Equitalia spa che a sua volta pomposamente dirà che ha ridotto
l’evasione di tot miliardi. Sembra essere tornati, ai tempi della santa inquisizione. Allora bastava che un imbecille additasse qualcuno di stregoneria per essere
portati sul rogo. Sono passati secoli da quel periodo oscuro e nefasto, ma gli
imbecilli ci sono sempre: hanno solo cambiato tipo di accusa.
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Qui di seguito è riportato la pagina del bilancio cui si fa riferimento.
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