Passa ai contenuti principali

L'EVASORE E IL BENPENSANTE


CHI E’ L’EVASORE?

Quanto sto per scrivere, è controindicato ai benpensanti a senso unico, ai professorini, a tutti quelli che ritengono il loro comportamento esemplare e demonizzano tutti gli altri.
Fatta questa dovuta premessa e sperando di aver scremato un bel po’ di platea, posso rivolgermi a chi ragiona diversamente.
Certi vanagloriosi, dando fiato alla bocca tanto per parlare, ripetono ossessivamente che il male in Italia è l’evasione; io, altrettanto ossessivamente ritengo che questa “fissazione” non sia la sola causa di tutti i mali italici, anzi sono convinto (1) che abbia contribuito a far diventare in poco più di 150 anni un’accozzaglia di Comuni, che erano in guerra perenne tra loro, una nazione che, fino a qualche anno fa figurava tra le prime 5 nazioni del mondo industrializzato (ma ahimè ancora per poco se continua di questo passo).
Grazie alla tanto bistrattata evasione, fiumane di cittadini si sono arricchiti, chi in modo spropositato, chi meno, in ogni caso una foltissima schiera di connazionali ne ha beneficiato.
 Qualche benpensante da strapazzo, non avendo seguito il mio consiglio iniziale di andare a leggere qualcos’altro, sarà saltato sulla sedia: ecco dove è il male, c’è chi giustifica l’evasione! A morte, in galera per tutta la vita; e giù a sproloquiare affermando, con una sicumera da far invidia, di non aver mai evaso un centesimo perché appartiene alla schiera dei lavoratori dipendenti e bla, bla, bla (solita tediosa litania da ascoltare).
Non rispondo a questa tipologia di soggetti per non farmi trascinare in inutili e sterili discussioni, tanto “il perfettino” resterà sempre del suo (errato!) convincimento.
Mi rivolgo agli altri. Chi non ricorda nei decenni passati insegnanti che rigorosamente “in nero” prestavano la loro professione in favore di alunni carenti nella materia da loro trattata? Negli anni sessanta, settanta e gran parte degli ottanta, schiere di professori grazie a questa seconda attività hanno potuto soddisfare qualche loro “capriccio”; vedi seconda casa, colf,  bel matrimonio al figlio, vacanze, una seconda auto, ecc.
Quanti tra i dipendenti pubblici e privati hanno avuto ed hanno un secondo lavoro (il falegname, l’elettricista, l’idraulico e così via) che rigorosamente in nero sono in concorrenza sleale con l’artigiano potendo chiedere un compenso inferiore pari all’imposta evasa?
Evasore è anche chi, per risparmiare tale imposta, NON solo non richiede la fattura, ma addirittura prega chi è costretto a farla a non emetterla, dichiarandosi disposto a pagare in contanti l’importo dovuto: purché senza i.v.a.! (altro che i 1.000,00 euro montiani!)
Quei signori che sono scappati da questa lettura, possono affermare senza essere smentiti di non essersi MAI trovati in una delle situazioni sopra evidenziate?
Oggi quando si parla di evasione, il benpensante di turno si sente “offeso”, e ritiene intimamente che sussistono due diverse tipologie di evasione:
  • -    Quella “cattiva - becera , che affossa l'Italia”  è assegnata d'ufficio e in via esclusiva all’artigiano, al commerciante, al professionista, insomma al lavoratore autonomo in genere;
  • -       Quella “buona”  fa riferimento alla sua etnia; per cui il non pagare l’iva, fare il doppio lavoro, essere ammalato quanto si scoppia di salute;  restare a casa tre anni perché appena resa incinta la donna italiana ha una maternità a rischio. Tutto ciò per il benpensante è una forma di auto difesa da attuare contro l’ingrato padrone (sia esso pubblico che privato).
 Così si auto assolve, si auto commisera fino a convincersi di poter continuare  a imprecare contro l’evasione e l’evasore (quello stesso a cui ha chiesto di non emettere la fattura).
Se fossimo un po’ più seri, si dovrebbe riconoscere che TUTTI, appassionatamente,  negli anni del famoso boom economico si è contribuito a far diventare l’Italia una nazione con il più alto tasso di proprietari di case (sia della prima e poi anche della seconda), sono stati sottoscritti e comprati titoli (BOT-CCT-CTZ) “mantenendo” così  uno Stato che si indebitava proporzionalmente all’arricchimento della popolazione.
Insomma il pil cresceva a due cifre, le aziende si moltiplicavano e assumevano, la stragrande maggioranza della popolazione passò da uno stato agricolo a uno industrializzato.

Immaginate cosa sarebbe stata l’Italia oggi, se i professori non avessero dato le lezioni private in nero; se i dipendenti per comprare l’auto, la televisione ecc. non avessero eseguito un secondo lavoro, se tutti i cittadini avessero richiesto la fattura, se tutte le partite iva avessero fatto le fatture, oggi avremmo avuto uno Stato sempre più indebitato, per la nota ingordigia e dabbenaggine della classe politica italiana: avrebbero legiferato per crearsi ulteriori e ancor più vistosi benefici rispetto agli attuali. Più entrate? uguale più uscite. Migliaia di altre inutili assunzioni (per conservare le proprie clientele); appalti per lavori che non finiranno mai e quindi, inutili; pensioni triplicate dopo un giorno di presenza in Parlamento; aumento degli emolumenti (pardon rimborso spese perché su questa voce non si attua alcuna ritenuta fiscale e quindi esentasse) e Dio solo sa cos’altro poteva partorire la loro mente per godere di sempre maggiori privilegi.

L’altra faccia della medaglia? Se così fosse stato avremmo avuto una popolazione allo stremo (vedi Grecia), senza case di proprietà, senza risparmi, insomma una popolazione anch’essa sull’orlo del fallimento così com’è ora lo Stato italiano.

Invece le pizzerie, i ristoranti  ancora oggi sono pieni (molti solo al sabato, ma è meglio di niente), i luoghi di villeggiatura vuoi perché milioni di italiani hanno la seconda casa, vuoi perché molti connazionali hanno indirizzato le spese in altre direzioni, fatto sta che chi viene dall’estero non vede una nazione in crisi. Gli italiani, evidentemente, stanno attingendo dalle loro riserve ed è grazie a ciò che c'è anche minore tensione sociale.

Quanto fin qui detto vuole essere una considerazione che non intende dar motivo ad un pressapochismo di maniera, ma “ricordare” alcuni passaggi che sono avvenuti in questi sessant’anni e che una parte degli italiani, con la stessa ipocrisia con la quale convive da sempre, finge di non ricordare.

A voi trarre le conseguenze.

Commenti

Post popolari in questo blog

FINANZIAMENTO SOCI A COOPERATIVA

Le problematiche che attengono alla concessione di un finanziamento da parte dei soci di una società cooperativa sono diverse, a secondo che si tratti dell’aspetto civilistico, fiscale e contabile. Qui si prende in esame il solo caso di versamenti fruttiferi di interessi con obbligo di restituzione da parte della società. CIVILISTICO: I prestiti effettuati dai soci con obbligo di restituzione sono inquadrabili tra le fattispecie cui si rende applicabile la disciplina del contratto di mutuo artt. da 1813 a 1822 c.c.. I versamenti a tale titolo, rappresentano un debito della società verso il socio e, in sede di bilancio, vanno pertanto rappresentati nel passivo dello Stato Patrimoniale (D3 – debiti verso soci per finanziamenti).  Postergazione: L’art. 2467, co. 1, c.c. modificato a seguito della riforma del diritto societario introdotta dal D.Lgs 17 gennaio 2003, n. 6. prevede che “ il rimborso dei finanziamenti dei soci a favore della società è postergato rispet

HOME PAGE DEL BLOG DI FELICE RUSSO

Questo blog  nasce dalla voglia di comunicare, alla maggior parte dei visitatori,  situazioni e fatti che attengono ai fatti quotidiani e alla vita politica, economica e fiscale dell'Italia. Sono riportate situazioni reali che serviranno a meglio comprendere la complessità del popolo italico, il tutto in forma anche scherzosa, sicuramente non saranno dei "trattati" di economia o elucubrazioni varie.  Si parla di politica, fisco, giustizia e anche argomenti di ogni i giorni, insomma tutto quanto può innescare una discussione seria e civile con tutti coloro che avranno qualcosa da dire, anche con quelli che dissentiranno. Si cercherà di scrivere in modo succinto, perché è notorio che dopo la lettura di poche righe si tende a "chiudere" la pagina che si sta scorrendo. Per cui, immediatamente vi lascio e mi auguro che saremo in tanti a leggere e  scambiare pareri.  Felice Russo